Tempio del Futuro Perduto
Tempio del Futuro Perduto è il primo centro culturale indipendente e multidisciplinare ufficialmente riconosciuto dalla legge italiana.
Fondato nel 2018 all’interno di un ex laboratorio ferroviario, nasce dal desiderio collettivo di creare uno spazio sicuro e inclusivo, guidato da valori d’avanguardia e cura della comunità.
Guidato da una nuova generazione di artisti e attivisti under 35, il progetto ha ridato vita a un intero quartiere attraverso pratiche creative, umanitarie ed ecosostenibili.
Nel tempo è diventato una delle più grandi comunità culturali indipendenti d’Europa, con oltre 115.000 membri registrati e più di un milione di visitatori provenienti da 150 Paesi.
Il centro offre un’ampia gamma di attività quotidiane: workshop nelle arti performative tradizionali e multietniche, corsi di danza contemporanea, mostre, programmi formativi e progetti di reinserimento per rifugiati ed ex detenuti.
Ospita anche uno studio professionale di supporto psicologico specializzato nelle problematiche dei giovani e dei lavoratori creativi, oltre a conferenze di educazione sessuale, laboratori di design e stampa 3D, studi di produzione musicale, un negozio di vinili e un teatro.
Tempio accoglie inoltre il più grande progetto di book-sharing d’Italia e il Muro della Gentilezza più noto del Paese, avendo redistribuito oltre 500 tonnellate di beni essenziali e più di 700.000 libri usati tramite la sua rete solidale.
Senza sponsor aziendali né fondi pubblici, tutto questo è reso possibile grazie a iniziative culturali, residenze artistiche ed eventi e festival settimanali, che offrono spazio agli artisti emergenti italiani e li mettono in dialogo con ospiti internazionali.
Tempio è anche tra i primi spazi in Italia a ospitare eventi sex-positive e funge da sede per diverse associazioni per i diritti umani e comunità attiviste, promuovendo inclusione, cultura antimafia, educazione civica e scambio interculturale — incluse collaborazioni continuative con la Chinatown milanese.
Nel cuore di Milano, Tempio è molto più di un luogo: è un’opera d’arte collettiva.