Recensione di Giovanna Fracassi di "Poesie di Natale" di A. Colonna Vilasi
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Recensione di Giovanna Fracassi di "Poesie di Natale" di A. Colonna Vilasi

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Recensione di Giovanna Fracassi di "Poesie di Natale" Abitare il Natale attraverso la poesia e l’immagine.

Abitare il Natale attraverso la poesia e l’immagine.


Recensione a cura di Giovanna Fracassi del libro Poesie di Natale di Antonella Colonna Vilasi


Leggere Poesie di Natale di Antonella Colonna Vilasi (Rupe Mutevole Edizioni, novembre 2025) significa entrare in uno spazio riconoscibile e insieme rassicurante, dove la parola poetica si fa custode delle tradizioni natalizie, delle usanze condivise, dei simboli che da secoli accompagnano l’attesa e la celebrazione del Natale. Questa raccolta non nasce con l’intento di sorprendere o di forzare la lingua poetica verso territori sperimentali; al contrario, essa sceglie consapevolmente la via della chiarezza, della riconoscibilità e della memoria collettiva. Ogni poesia è dedicata a un elemento emblematico del Natale: Le candele di Natale, Stella di Natale, L’agrifoglio, Natale a Londra, Il presepe, Mercatini di Natale, Babbo Natale, Notte di Natale, Il vischio, Natale a New York, L’albero di Natale, La magia dei piccoli gesti, La cena di Natale, componendo una sorta di atlante poetico delle festività.


Nella mia lettura, ho avvertito in questi testi il desiderio di raccontare il Natale come esperienza condivisa, come tempo rituale che attraversa culture, luoghi e generazioni. Le candele richiamano la luce che vince il buio dell’inverno; il presepe conserva la forza di una narrazione fondativa; l’agrifoglio e il vischio parlano di protezione, di augurio, di legami che si rinnovano. Anche i riferimenti a città come Londra e New York ampliano l’orizzonte della raccolta, restituendo un Natale cosmopolita, fatto di luci, mercatini, vetrine, atmosfere urbane che dialogano con la dimensione più intima della festa. Uno degli aspetti che più ho apprezzato è la coerenza tematica del volume: ogni poesia è un tassello che contribuisce a costruire un clima unitario, una sorta di racconto corale del Natale, in cui il lettore può riconoscersi senza sforzo. In questo senso, la poesia diventa luogo di accoglienza, non di distanza, e si rivolge a un pubblico ampio, desideroso di ritrovare nella parola poetica emozioni familiari, gesti semplici, ritualità domestiche.


Di particolare rilievo è l’apparato illustrativo che accompagna la raccolta. I disegni, ispirati a uno stile classico e vintage, dialogano con i testi in modo armonico, arricchendoli e amplificandone la forza evocativa. Le immagini non sono un semplice ornamento ma parte integrante del progetto: contribuiscono a creare un’esperienza di lettura che è anche visiva, capace di restituire quel senso di nostalgia e d’incanto che il Natale porta con sé. In un tempo dominato dalla velocità e dalla frammentazione, questo ritorno a un’estetica rassicurante appare particolarmente significativo.


Poesie di Natale è, a mio avviso, un libro che trova il suo valore nella fedeltà a un immaginario condiviso, nella scelta di celebrare il Natale come tempo della comunità, della memoria e dei piccoli gesti quotidiani. È una raccolta che si presta a essere letta lentamente, magari nei giorni delle feste, o a essere donata, proprio perché parla un linguaggio semplice ma carico di simboli. In fondo, Poesie di Natale ci ricorda che il senso più autentico della festa non risiede nell’eccezionalità, ma nella continuità dei gesti, nella capacità di ritrovare ogni anno gli stessi simboli e di lasciarli parlare ancora a noi. È un libro che invita a rallentare, a riconnettersi con un immaginario comune, a custodire ciò che unisce.


Scriveva Charles Dickens, «Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno» ed è proprio questa la promessa silenziosa che attraversa le pagine della raccolta di Antonella Colonna Vilasi: un Natale che non si esaurisce nel giorno della festa, ma continua a vivere nella parola, nell’immagine e nella memoria condivisa. Giuseppe Ungaretti nella sua celebre poesia Natale scriveva, «Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade» anche queste pagine di Antonella Colonna Vilasi sembrano suggerire lo stesso gesto di ritrarsi, di cercare un luogo interiore dove la luce possa farsi più intensa e raccolta. La poesia diventa così dimora, riparo, promessa di una pace possibile, e il Natale, ancora una volta, si rivela come tempo dell’anima, capace di avvolgere il lettore in una dolce e necessaria sospensione.


In conclusione, questa silloge natalizia si offre come un piccolo scrigno poetico, in cui parola e immagine cooperano per restituire l’essenza del Natale: non solo come evento religioso o festivo, ma come spazio emotivo in cui ritrovarsi, riconoscersi e, almeno per un momento, sentirsi parte di una tradizione più grande di noi.





Giovanna Fracassi

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