Volevo fare
Panoramica
mostra d'arte visuale
VOLEVO FARE
Serena Giorgi & Giulio Perfetti
a cura di Silvia Franceschi
OPENING
sabato 13 dicembre dalle 11:00 alle 20:00
The Kitchen art gallery – Via Asiago 4 Milano
13.12.25 _____28.02.26
Volevo fare, opera manifesto della mostra di Serena Giorgi e Giulio Perfetti, pone fin da subito una serie di domande “E poi? Lo ha fatto? O non ci è riuscito?”, ben esprimendo lo stato di impasse vissuto da molti artisti oggi, frenati dalla sensazione e dal timore che ogni strada sia già stata percorsa, ogni materiale sperimentato, ogni stile una pallida imitazione di ieri.
Si sostiene spesso che l’avvento di internet e dei social, la crisi economica, le guerre e il diffuso sentimento di precarietà abbiano spazzato via, nella moda come nell’arte, lo slancio di ricerca dei primi anni Novanta, quando i creativi rischiavano di sbagliare pur di mettersi alla prova. E che, in un mondo sempre più omologato, che viaggia a ritmi vertiginosi per stare al passo con l’incessante sviluppo tecnologico, si stia cercando di ovviare alla perdita di saldi punti di riferimento con una vera e propria retromania, in politica come nella moda, nei costumi come nell’arte. Retromania che spesso si traduce in morbosa nostalgia per i valori tradizionali, apparentemente consolatori e rassicuranti, e per una versione idealizzata e posticcia del passato, che, per definizione, non è replicabile in un mondo che nel frattempo è radicalmente cambiato.
Nel mercato dell’arte, gallerie sempre più vuote, spesso aperte solo su appuntamento per evitare lo spreco di risorse inutilizzate (emblematica, al riguardo, la scultura iperrealistica del duo scandinavo Elmgreen & Dragset recentemente esposta a Parigi: in vetrina una giovane donna, in eleganti abiti da ufficio, pare addormentata alla scrivania della galleria d’arte in cui lavora).
I musei, dal canto loro, sembrano oggi più preoccupati di attrarre il maggior numero di visitatori, per far tornare i conti economici, che di svolgere un ruolo culturale ed educativo.
Proprio di questo smarrimento e di questa fragilità parlano i lavori in mostra di Serena Giorgi e Giulio Perfetti.
Le opere di Giulio Perfetti, apparentemente delicate e misurate, mettono a nudo, senza alcun pudore o ritrosia, le incertezze, il bisogno di conferme e la rassegnazione di non poterne ricevere da un mondo che sembra ormai privo di punti di riferimento (Non cercare risposte; Ordinare un senso/ Aspettare/arriverà/ Forse; Inizia tu/Io aspetto; Sono stanco; Giulio è bravissimo /non serve che lo dicano gli…) salvo poi ritrovare un senso nell’arte (L’arte non è indifferenza) e nell’amore (Sono consuetudinario/amo/sbaglio).
Serena Giorgi, con le sue poetiche carte consunte, talvolta in procinto di sgretolarsi, da un lato si interroga (Tutto è arte?) dall’altro richiama l’attenzione sulla fragilità delle cose, segno del naturale fluire del tempo, rivelandone l’intensa bellezza. E lungi dal guardare indietro per crogiolarsi nella nostalgia, i suoi richiami al passato e ai suoi maestri accendono una luce sull’importanza di guardare a ieri per costruire l’oggi. Ecco allora i colori delle ali dell’angelo dell’annunciazione di Beato Angelico tingere la sua opera tutta contemporanea Non temere, che ci ricorda le prime parole dette dall’angelo a Maria.
Infine, l’installazione Sonnolenza - uno stuolo di pecore da presepe all’interno del vecchio bancone della galleria - ben esprime il torpore che oggi sembra avvolgere le persone, incapaci di reagire davvero di fronte agli orrori che le circondano.
In un mondo ossessionato dalla perfezione, dalla competitività e dalla velocità, i mondi intimi e posati dei due artisti, ricchi di dubbi e senso critico, non rappresentano un ripiegamento su se stessi, ma sono linfa vitale e nutrimento per la loro creatività. Per chi li osserva rappresentano un messaggio di solidarietà e speranza di cui il mondo oggi ha disperatamente bisogno.
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The kitchen art gallery
4 Via Asiago
20128 Milano Italy