SEGUENDO LE TRACCE DEL ROMANICO
Informazioni sull'evento
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Oggi, nel pedemonte conurbato di Lombardia, sotto lo strato spesso e pesante dell’orizzonte contemporaneo, non è facile scovare le tracce profonde di questa passata organizzazione insediativa; fino a qualche decennio fa il romanico, con la sua pietra e le sue forme ben riconoscibili anche da lontano, segnava ancor il paesaggio dando ad esso una solida coerenza urbanistica. Relativamente più facile è riconoscere tali segni lungo le valli di Alpi e Prealpi, sebbene anche qui fattori diversi, quali l’abbandono dei prati a pascolo e la conseguente avanzata del bosco, abbiano reso più difficile leggere le unità di paesaggio, fino ad alterarne e a ridurne il senso. Le fotografie di Sala testimoniano una ricognizione a vasto raggio di edifici romanici spesso allo stato frammentario, o nascosti sotto vesti edilizie più tarde, che testimonia l’esistenza, a fianco delle auliche testimonianze proprie delle città sede di cattedra che hanno priorità nelle analisi degli storici dell’architettura, di un “folto gruppo di chiese minori, costruzioni in genere piccole e semplici ad una navata con copertura a tetto e abside semicircolare (9)”. Questi edifici sono stati genericamente reputati minori a causa di un pregiudizio diffuso, secondo cui rappresenterebbero una “interessante testimonianza di come la circolazione del gusto romanico non venisse meno al di fuori dei grandi centri ma trovasse modo di esprimersi anche in località quasi sperdute. (10)”.
Ma quelle che oggi ci appaiono sperdute località, lo erano anche nell’anno Mille?