Quello che non sappiamo dei vaccini anti-COVID-19
Data e ora
Ma perché ci ammaliamo anche se siamo vaccinati? Esistono vaccini di serie A e di serie B? Successi e limiti dei vaccini anti-Covid-19.
Informazioni sull'evento
Un aperitivo scientifico con Giuseppe Nocentini del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia.
Apericerca 2022 primavera-estate è un ciclo di incontri che si svolgeranno dal 12 maggio al 14 luglio 2022.
L'iniziativa è promossa dall'Università degli Studi di Perugia in collaborazione con Psiquadro e con il patrocinio del Comune di Perugia,.
Tutte le informazioni su www.apericerca.it
I vaccini sono i farmaci che più hanno contribuito ad allungare la vita media dell’essere umano. Questo lo hanno fatto e lo fanno diminuendo la circolazione del virus (immunità di gregge) e, quindi, diminuendo il numero di morti e di lesioni permanenti (ad esempio, paralisi).
Durante l’incontro cercheremo di affrontare tre argomenti:
1) Differenza tra farmaco e vaccino. Ovvero: perché i farmaci sono più graditi dei vaccini?
2) I vaccini anti-Covid-19, grazie ad un impegno scientifico ed economico mai visto, sono stati resi disponibili in meno di un anno dall’inizio della pandemia. Da questo punto di vista, hanno battuto ogni record nella storia della Medicina. Qualsiasi farmaco va valutato anni dopo l’entrata nel mercato. Dunque, dopo più di un anno di utilizzo su centinaia di milioni di persone è lecito chiederci: in che cosa i vaccini Covid-19 hanno avuto successo? In cosa hanno fallito, almeno parzialmente, relativamente alla loro efficacia? Esistono problemi “strutturali” che si potrebbero risolvere facendo altri tipi di vaccini?
3) I vaccini anti-Covid-19 sono sicuri (cioè la frequenza degli effetti avversi è sufficientemente bassa)? Qual è il rapporto beneficio/rischio? Quali sono gli effetti avversi più frequenti? E’ giusto dire che, dal punto di vista degli effetti avversi, esistono vaccini anti-Covid-19 di serie A e di serie B?
Giuseppe Nocentini
È professore associato di Farmacologia presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia. Laureato in Medicina e Chirurgia, ha preferito dedicare la propria vita alla ricerca, un’idea maturata fin dall’infanzia. In particolare, si è occupato della messa a punto di nuovi farmaci capaci di modulare la risposta del sistema immunitario. Durante queste ricerche ha individuato un gene importante per la risposta dei linfociti T, chiamato GITR. Ha poi dimostrato che l’attivazione o l’inibizione di GITR attraverso molecole biotecnologiche è fondamentale nella modulazione dei linfociti e delle cellule Treg che si trovano nei tumori e nei tessuti nei quali è in corso una reazione autoimmunitaria (ad esempio, LES o sindrome di Sjogren). Più recentemente, ha scoperto l’esistenza nell’uomo di un tipo di cellule importanti nel controllo della risposta immunitaria. Da quando c’è la pandemia, ha applicato le sue conoscenze allo studio dei vaccini per il Covid-19.