Performance 1: Notturni – L180 – Maudit | 9 ottobre, ore 19.00
Informazioni sull'evento
Descrizione
La performance fa parte di IN/FINITO | Un progetto di danza e fotografia per spazi urbani, naturali o storici nell'ambito della settimana di EnERgie Diffuse, la campagna promossa dalla Regione Emilia-Romagna in occasione dell’Anno europeo del patrimonio culturale.
NOTTURNI
Coreografia Saul Daniele Ardillo
Musica Fryderyk Chopin (Notturno n.2 in E flat op. 9 by John Ogdon)
Interprete Ina Lesnakowski Bonetta
Qual è la sottile linea che separa il cercare qualcuno dall’essersi persi?
Il sospiro che ‘sussurla’ la sua ombra si insinua su per la spina, dal sacro alla spirale.
Il corpo segue ed è inseguito dal primitivo impulso, perde e ricerca scintille.
Perso, vibrante, delicato. Cerca ma ancora non trova, volgendo lo sguardo troppo, troppo lontano in un orizzonte verticale. (Saul Daniele Ardillo)
L 180
Coreografia Hektor Budlla
Musica Jack Nitzsche (Charmaine)
Interprete Giulio Pighini
Io ho detto che non so cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. È una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. (Franco Basaglia)
Penso che in questo momento storico ci sia sempre più individualismo e sempre meno una visione ampia rivolta al bene comune. Vorrei che le persone prendessero spunto da chi, come Basaglia, ha dato tanto alla comunità. Ricordandolo vorrei trasmettere la forza e il coraggio di insistere con i propri valori anche quando tutto sembra perduto. (Hektor Budlla)
MAUDIT
Coreografia Diego Tortelli
Musica Isao Tomita (Suite Bergamasque / Clair de Lune, No. 3 - Claude Debussy)
Interprete Grace Lyell
“La vita della nostra città è ricca di soggetti poetici e meravigliosi. Siamo avvolti ed immersi come in un’atmosfera che ha del meraviglioso, ma non ce ne accorgiamo”.
“Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ognuno è il suo genio”. (Charles Baudelaire)
Una danzatrice tramite il suo movimento spezzato vuole raccontare la tragedia e innovazione costante del Corpo, una danza che non aspetta il tempo che scorre, ma che lo plasma a suo compiacimento velocizzando e rallentando le ore per mostrarne la sua destrezza, bellezza, distorsione e memoria.
La libertà dell’espressione corporale di questa poetica avviene attraverso l’abbandono alla follia del corpo: come il “maudit” affronta il suo posto nella società distruggendo ogni legame razionale per abbandonarsi ad una esperienza propria, la danzatrice affronterà il riflesso della sua immagine ritratta nella fotografia, ridando vita, follia e fantasia al luogo in cui è stata ritratta, ricreando costantemente se stessa e dando un corpo e sensibilità alla città, essendo se stessa un soggetto poetico e meraviglioso. (Diego Tortelli)
Il progetto mette a confronto la dimensione effimera per definizione del movimento danzato con la fissità della sua rappresentazione fotografica che coglie per sempre un singolo istante. Due diversi modi di pensare il corpo, di metterlo in dialogo non solo con lo spazio e il tempo, ma anche con l’occhio dello spettatore.
Un singolo frame di danza in quest’ottica ha una risonanza al tempo stesso finita e infinita.
Nella prima parte del progetto, sei giovanissimi coreografi hanno creato delle micro-performance per singolo danzatore che sono state eseguite in alcuni spazi suggestivi della zona universitaria di Bologna e fotografate dai fotografi dell’Associazione Terzo Tropico (Ivano Adversi, Pino Ninfa), Spazio Labò (Roberto Alfano, Laura De Marco, Giuseppe De Mattia, Carlo Favero).
L’8 e il 9 ottobre (dalle 17 alle 20) nella Sala di Ulisse dell’Accademia delle Scienze, verranno eseguite 2 performance da circa 18 minuti ciascuna: ogni performance è composta da tre coreografie distinte eseguite ognuna da un danzatore e avrà come cornice le videoproiezioni delle foto scattate nella prima fase del progetto.