L'apartheid in Sudafrica e la sua eredità: il bianco e il nero di William Kentridge

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L'apartheid in Sudafrica e la sua eredità: il bianco e il nero di William Kentridge

Di Bergamo Festival

Quando e dove

Data e ora

mer 9 mag 2018 18:30 - 20:30 CEST

Località

Centro Congressi Giovanni XXIII 106 Viale Papa Giovanni XXIII 24122 Bergamo Italy

Descrizione

Ospiti: Giovanna Brambilla

Intervista: Don Giuliano Zanchi, Segretario Generale Fondazione A. Bernareggi e Presidente del Comitato Scientifico di Bergamo Festival FARE LA PACE

L'artista di fama internazionale William Kentridge è nato nel 1955, bianco, in un Sudafrica fortemente afflitto dall’Apartheid, un fatto che ha influenzato da sempre il suo lavoro. Originario di Johannesburg, dove ha studiato e vive tutt’ora. Nel suo lavoro, dominato dal bianco e nero, le tecniche del disegno, dell’incisione, del collage e dell’animazione, si mescolano ad altri interessi che l’artista ha saputo coltivare nel corso degli anni, primo fra tutti il teatro. Tematiche delle sue opere sono la società e le sue ingiustizie o la sua memoria storica, affrontate spesso con una vena ironica. A Bergamo, in Passaggio Patirani in piazza Duomo in Città Alta verrà proiettato il suo video "History of the Main Complain", un breve film di animazione composto da disegni su larga scala in carboncino e pastello su carta. È stato creato poco dopo l'istituzione in Sudafrica della Commissione per la verità e la riconciliazione. Il tema di fondo è un (auto) riconoscimento della responsabilità dei bianchi. Giovanna Brambilla, storica dell’arte e responsabile dei servizi educativi GAMeC, presenterà la figura dell’artista William Kentridge.

GIOVANNA BRAMBILLA, STORICA DELL’ARTE, È LA RESPONSABILE DEI SERVIZI EDUCATIVI DELLA GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI BERGAMO. È DOCENTE ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO, E ALLA BUSINESS SCHOOL DE IL SOLE 24ORE A MILANO .

In collaborazione con GAMeC


Info sull'organizzatore

Organizzato da
Bergamo Festival

Bergamo Festival dà appuntamento ogni anno a quel pubblico che sente il bisogno di comprendere quello che accade attorno a ciascuno di noi in questo tempo di grandi e rapide trasformazioni.

La nostra è un’epoca di profondi cambiamenti.

Capirne la complessità è il primo modo per non subirli oltre che essere un antidoto a molte paure sempre in agguato. Fare cultura significa anche mettersi a servizio di queste essenziali necessità.

Per questo a ogni edizione Bergamo Festival*, grazie al lavoro del suo prestigioso Comitato Scientifico, mette a tema una questione che si impone per la sua attualità e prova ad approfondirla nei molti aspetti in cui agisce nella società e tocca le nostre vite.

Vengono quindi invitate figure di primissimo piano nel campo della politica internazionale, delle scienze umane, della letteratura, della filosofia, dell’economia, della religione, della cooperazione, e di molti altri ambiti dell’esperienza, per offrire occasioni di confronto con chi desidera avere qualche idea più chiara e cercare di farsene una propria.

Il centro dell’attenzione è sempre il miracolo della convivenza umana e del patto civico in cui essa si esprime, luogo della nostra vita e teatro delle speranze di tutti.

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