LA VITA SENZA PAZZIA

Prende avvio giovedì 30 ottobre 2025, alle ore 21, nella Sala “A” del Consiglio di Quartiere 5, in Piazza Napoli 40, a Padova, la serie di dibattiti dal titolo

LA VITA SENZA PAZZIA

diretti dal dott. Ruggero Chinaglia.

I dibattiti sono organizzati dall’Associazione Cifrematica di Padova e dall’Università della cifrematica.

L’ingresso libero.

In nessun caso la vita corre il pericolo della pazzia. Pazzia è oggi lo stigma di natura morale, legale, sociale che in altra epoca si chiamava eresia e era attribuito alle donne e agli uomini che non si conformavano al luogo comune e al senso comune. Oggi questo stigma viene arricchito della patente di scientificità come allora avveniva con quella di sacrilegio.

Oggi come allora si tratta dell’esorcismo della vita, nel suo atto libero e nel suo processo di qualificazione in cui la realtà, imprevedibile e irrappresentabile risulta effettiva e effettuale. L’accettazione dell’atto, delle sue virtù, delle sue proprietà, della realtà e della vita cozza contro pregiudizi, concetti e preconcetti.

Per chi non si attiene alla vita nel suo modello standard, scatta il cerimoniale della correzione e della rieducazione: il cerimoniale inquisitorio che ha il suo riferimento nella mitologia di Sophia che la sa lunga su come “stanno le cose” e nella mitologia della Sfinge, che la sa lunga su come dispensare la morte.

Sophia e la Sfinge sono gli impedimenti all’arte e all’invenzione, all’anomalia e al disagio come virtù, senza l’alternativa fra perdizione e salvazione.

Calendario

Giovedì 30 ottobre 2025, L’ANOMALIA E IL DISAGIO

È constatabile che senza un dibattito effettivo e non condizionato da pregiudizi e ideologie un giovane, ragazzo o adolescente o studente, ma anche un giovane adulto, nella diffusa mitologia del pericolo di distinguersi e del principio di uguale per tutti, non ha strumenti per giudicare a cosa è rivolto il suo sentire e quale criterio adottare per il suo giudizio e per le sue scelte.

Sempre più spesso vige il convincimento che ciò che è da fare è percorrere la via comune, per “essere come gli altri” e non rischiare la differenza, considerata come pericolo. Sorge allora la fretta di dovere definirsi con una identità di gruppo.

Il “pericolo del diverso” è di subire l’isolamento venendo additato come pazzo o di isolarsi considerando la particolarità un indizio di malattia.

Questi dibattiti sono indetti per esplorare la pazzia come stigma, come minaccia, come sanzione, come colpa, come pena.

Come un tempo l’eresia era lo stigma che gli inquisitori irrogavano a chi non si conformava al canone, oggi altri inquisitori infliggono, con lo stesso criterio, lo stigma di pazzia.

Giovedì 6 novembre, LA “SALUTE MENTALE ” FRA PERDIZIONE E SALVAZIONE

L’epoca intende depurare la “salute mentale” dalla pazzia prescrivendo un canone cui conformarsi, come sorridere nel modo giusto o non fare la domanda sbagliata. Ma chi decide cosa è “salute mentale”? Chi stabilisce il confine del tollerabile?

Occorre restituire alla salute il suo significato originario: non già l’assenza di disagio, ma la libertà della domanda in atto che mai può essere tolta. E non c’è salute dove c’è conformismo né dove tutto deve restare stabile, nella quiete. Salute è anche accogliere il disordine senza che ci sia chi possa dire è un errore che lo ha causato.

Giovedì 13 novembre, L’AUTOVALUTAZIONE, L’AUTOSTIMA, L’AUTOCRITICA, L’AUTORITRATTO

Giovedì 20 novembre, IL DIVERTIMENTO E LA NATURA DEL PIACERE

Giovedì 27 novembre, L’ENIGMA DELL’OBBEDIENZA

Giovedì 4 novembre, LA DIPENDENZA E LA VOLONTÀ

Giovedì 11 dicembre, LA STRADA IGNOTA DEL DELIRIO

Giovedì 18 dicembre, L’ALLUCINAZIONE E L’ACUSTICA DELL’ASCOLTO