L 'uomo cancellato
Informazioni sull'evento
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"Il rapinatore gentiluomo”, così veniva soprannominato Horst Fantazzini, bandiera del movimento anarchico, ma anche scrittore e pittore. Nato in Germania nel 1939, era figlio dell’indimenticabile Alfonso Libero Fantazzini, fiero antifascista e figura leggendaria dell’anarchismo bolognese, nonché eroe della Resistenza. Il giovane Horst, come molti libertari della sua generazione, fu letteralmente ipnotizzato dalla leggenda intramontabile di Jules Bonnot e della sua banda di rapinatori. Queste figure, assieme al background familiare, ne plasmarono l’orientamento e giovanissimo inaugurò la stagione della sua vita da rapinatore, colpendo uffici postali e istituti di credito. Man mano la stampa dell’epoca contribuì a forgiarne il mito: Horst divenne ben presto il “bandito gentile e solitario”, che durante le rapine usava modi cordiali e in un'occasione mandò un mazzo di fiori ad un’impiegata svenuta per la paura. Rimase sempre estraneo ai giri della criminalità organizzata, un cane sciolto che agiva da solo, un “anarchico individualista” appunto. Ma anche un bandito anacronistico, che fuggiva in bicicletta ed è stato capace di scrivere cose meravigliose. Il suo fortissimo desiderio di libertà lo portò a evadere molteplici volte e ad accumulare anni e anni di carcere, diventando una “mostruosità giuridica”, con pene detentive forse spropositate per qualcuno che non commise mai omicidi e condusse le rapine con armi finte. E se fosse proprio lui a raccontarci la sua storia prendendo in prestito il corpo di un attore e regalandoci un’ora della sua libertà, ormai conquistata per sempre in sella alla sua bicicletta? “Sino a quando un uomo non si rassegna, è ancora recuperabile” Horst Fantazzini.