I FANATICI DELL’APOCALISSE
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I FANATICI DELL’APOCALISSE Fine del mondo o inizio di un mondo nuovo?
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L’idea generale sulle teorie del complotto è che siano un qualcosa di pericoloso e al tempo stesso di estremamente marginale, mentre i complottisti sarebbero dei pazzoidi che vanno in giro con gli occhi sgranati convinti di essere inseguiti da elicotteri neri. È un assunto, questo, che conforta la maggior parte delle persone: noi non siamo come loro. Ma la realtà è ben più complessa: le ricerche e gli studi più recenti dimostrano inequivocabilmente che il complottista può essere più o meno chiunque. Perché chiunque – in una o più fasi della sua vita – ha creduto ad almeno un teoria del complotto: in gergo, è finito «nella tana del Bianconiglio», finendo spesso per descrivere la realtà con toni apocaliticci. Questa epoca di crisi rischia, allora, di porci nel classico dilemma del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Troppi sono terrorizzati da tutto, troppi vedono il male ovunque: perché temere la fine di un mondo, sicuramente non il migliore e troppo spesso disumano, quando invece potrebbe essere il tempo per sognarne uno nuovo!?
Prima di sognare qualcosa di nuovo, serve tornare alle sorgenti, in questo caso ancora più arcaiche di quelle bibliche, quelle dei popoli primigeni che sapevano educare il giovinetto pronto al passaggio all’età adulta che la morte è in realtà morte di qualcosa che non è essenziale, della parte meno importante di sé, quella più infantile, che ostacola lo sviluppo della parte più elevata.
con padre Guidalberto Bormolini (monaco), Leonardo Bianchi (giornalista, scrittore)
modera Paolo Rappellino
Si ringrazia: Zordan 1965