FLUXUS. LEGGENDO FLAUBERT

FLUXUS. LEGGENDO FLAUBERT

FLUXUS. LEGGENDO FLAUBERT I fondamenti oscuri dell’arte contemporanea e le loro conseguenze. Lectio magistralis di Gianni Emilio Simonetti

Di Accademia di Belle Arti di Verona e Fondazione Bonotto

Data e ora

gio, 28 ott 2021 11:00 - 13:00 CEST

Località

ABAVr - Accademia di Belle Arti di Verona

5 Via Carlo Montanari 37122 Verona Italy

Informazioni sull'evento

FLUXUS. LEGGENDO FLAUBERT

I fondamenti oscuri dell’arte contemporanea e le loro conseguenze.

Lectio magistralis di Gianni Emilio Simonetti

NELL'AMBITO DI Pietre Preziose. Azioni & perturbazioni intorno a Fluxus.

George Maciunas, Yoko Ono, Piero Manzoni, Gianni Emilio Simonetti

A CURA DI Accademia di Belle Arti di Verona e Fondazione Bonotto

IN COLLABORAZIONE CON Fondazione Piero Manzoni di Milano

28 ottobre 2021 ore 11.00

INGRESSO LIBERO

previa esibizione Green Pass

Aula Magna, Accademia di Belle Arti di Verona

via Montanari 5, 37122, Verona

A costo di sembrare inattuali partiremo da un cadavre exquis, quello dell’ultima avanguardia artistica internazionale del ventesimo secolo fondata, nel luglio del 1957, in un retrobottega di Cosio d’Arroscia, in provincia di Imperia. Un’avanguardia que a dêpave les rues e che ci permetterà di portare alla luce le fèlure che hanno affondato Fluxus sulla battigia di un’isola disabitata delle British Virgin Island e, più in là, di deridere le illusioni dell’estetica dello spettacolo di voler ricomporre un mondo che oramai appare, nonostante gli sforzi narrativi, in frammenti e che ci è divenuto estraneo, precisamente, in ciascuno dei suoi frammenti. Nella fattispecie, quando il carattere formale dell’opera d’arte è orfano della prassi che lo legittima, sul piano ontologico tutto finisce per tenersi, un orinatoio, un ponte parigino impacchettato, le caramelle incartate a mano, i guanti laccati della signora Bordin – “Bisogna pur dipingere” le fece notare il malinconico Bouvard.

Questa estetica dello spettacolo è, in sé, una rappresentazione del rapporto immaginario degli “artisti” con le loro esche metafisiche, con il sogno di trasformare il carattere ontologico dell’opera d’arte da oggetto materiale ad icona ascetica, capace di inverare – ai fini del profitto – quello che Karl Marx chiamava l’enigma della merce. Su questo punto – un giorno del secolo scorso a New York – convenni con George Maciunas: Fluxus era – e resta – un progetto teoricamente irrealizzabile perché non è compatibile con l’escatologia estetica disegnata dalla forma di capitale, nonostante la fatalità abbia sempre qualcosa di menzognero che lusinga la speranza. In altri termini, Fluxus – questa illusione di una Kunstgeschichte ohne Namen – non sarebbe mai diventato il temps des lys che succede al temps des roses, non avrebbe mai avuto poteri paracletici, anche se dove c’è un senso c’è derisione. L’ironia dello spettacolo è di rendere protagonisti del loro tempo solo coloro a cui sfugge il suo significato. È una delle ragioni inconfessate per la quale questo movimento non è mai stato amato a cominciare da quella critica che si arrabatta ad assegnare alle opere d’arte una prospettiva teleologica. Quella critica che Arthur Danto sognava come una conchiglia etica, come la realizzazione di un albero di Jesse la cui verosimiglianza avrebbe dato un senso all’insensato e una veridicità alle poetiche nel loro divenire storico. Si sa, in arte l’innocenza è una béance.

Per intanto, tralasciando i dettagli e scuotendo i limiti. L’immaginario appartiene ai complotti del simbolico, l’immaginazione ai venti di rivolta. Nel Novecento gli artisti condividevano le ideologie, oggi la complicità.

Quando la scala Beaufort si azzera, l’avidità estetica appare il volto nuovo del capitalismo immateriale. L’arte contemporanea, con la goffaggine di un moderno potere, si è ridotta ad essere la banconota universale per le vendite all’incanto, trasformando le collezioni in libretti di risparmio dei grandi capitali e le opere in strumenti finanziari. Come dire, la forma di arte è oggi il becchime finanziario per le ovipare del capitale nel cui embrione la financial art ha la particolarità di creare valore senza creare ricchezza.

Resta l’attualità del primitivo. La storia delle avanguardie storiche è, nonostante le metamorfosi, da riscrivere, privilegiando, questa volta, invece delle pieghe della cronaca il fuoco degli incendi che il femminile e l’insoumission hanno appiccato in difesa della zoé.

Gianni Emilio Simonetti

Artista e teorico, tra i pochi esponenti del “situazionismo” in Italia, ha fatto parte dell’esprienza artistico/politica di Fluxus, dell’avventura Cramps/Multipla e, nel campo delle culture materiali, ha ideato la rivista «La Gola». È docente presso l’istituto europeo del Design di Milano.

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L'evento si inserisce nel progetto Pietre Preziose. Azioni & perturbazioni intorno a Fluxus. George Maciunas, Yoko Ono, Piero Manzoni, Gianni Emilio Simonetti, evento annuale dedicato dall’Accademia di Belle Arti di Verona all’arte contemporanea. Dopo l’esposizione dell’opera Für Paul Celan di Anselm Kiefer nel 2019, l’edizione 2021 è incentrata su Fluxus, uno dei movimenti artistici più noti degli anni ’60. Oltre a rappresentare a tutt’oggi la base concettuale di un ampia parte del sentire della ricerca artistica mondiale, si tratta di una corrente le cui intense ramificazioni internazionali si intrecciano per più di una ragione con la stessa città di Verona.

Oltre alla lectio magistralis, Pietre Preziose. Azioni & perturbazioni intorno a Fluxus si articola in una mostra presso l'Accademia di Belle Arti di Verona con opere di Yoko Ono e George Maciunas, una conferenza con Luca Bochicchio, Flaminio Gualdoni, Rosalia Pasqualino di Marineo, Marco Senaldi e una proiezione del film/documentario Conz. L'ultimo Collezionista di Roberto Delvoi.

Per informazioni e programma completo del progetto

Accademia di Belle Arti di Verona

www.accademiabelleartiverona.it

eventi@accademiabelleartiverona.it

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