Filologia attributiva e analisi digitale dei testi letterari
Informazioni sull'evento
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L'incontro è parte del ciclo di eventi "New horizons. How to renew the humanities" (HFC-HOR 2020) organizzato dal network Humanities for Change, promosso dal Venice Centre for Digital and Public Humanities (VeDPH) e finanziato con i fondi per le attività studentesche dell’Università Ca’ Foscari.
- Primo appuntamento (analisi digitale dei testi letterari): giovedì 10 dicembre 2020, ore 14:00 CET.
- Secondo appuntamento (filologia attributiva): venerdì 11 dicembre 2020, ore 10:00 CET.
Nel corso dell'incontro sarà presentato il nuovo libro di P. Stoppelli, L'equivoco del nome. Rime incerte fra Dante Alighieri e Dante da Maiano, Roma, Salerno Editrice, 2020.
L'evento è trasmesso in live streaming sulla piattaforma Zoom. L'accesso avviene previa prenotazione gratuita di un biglietto che comporta la riserva di un posto nella stanza virtuale. Sarà possibile intervenire in diretta attivando microfono e webcam.
Al termine dell'evento si chiede agli spettatori di compilare il questionario di gradimento disponibile all'indirizzo: https://it.surveymonkey.com/r/Y96BX7X.
Abstract
Come cambia la pratica filologica nell’era del digitale? In che modo applicare le potenzialità dell’informatica allo studio dei testi letterari? Qual è il ruolo svolto dalle grandi banche dati testuali nell’ambito della critica letteraria e come interrogarle in modo efficace? A domande come queste cerca di rispondere la conversazione di Pasquale Stoppelli, già professore ordinario all’Università “La Sapienza” di Roma e coautore della Letteratura Italiana Zanichelli (LIZ), con Paolo Mastandrea, professore ordinario di Lingua e letteratura latina all’Università Ca’ Foscari di Venezia, nonché responsabile di diversi corpora elettronici di poesia latina, fra cui Musisque Deoque (MQDQ) e Poeti d’Italia in lingua latina.
Articolazione e contenuto
Il passaggio dal testo cartaceo a quello elettronico sta determinando una rivoluzione non meno epocale di quella che sancì, all’alba del XVI secolo, la transizione dalla civiltà del manoscritto a quella del libro stampato. La testualità digitale, infatti, sta rivolgendo profondamente alcuni dei paradigmi propri dell’era della stampa, a partire dalla diffusione di canoni liquidi e testi volatili di contro alla fissità e alla stabilità della pagina inchiostrata. Ma sta lentamente ridefinendo anche le metodologie della ricerca umanistica nell’ambito della critica letteraria e della prassi ecdotica, introducendo nuovi strumenti elettronici a supporto degli studiosi.
Di questi temi intende trattare il seminario, che ambisce a fornire alcuni consigli metodologici sull’uso delle tecnologie informatiche ai fini dell’esegesi e della filologia dei testi. In che modo deve essere sviluppato il rapporto tra filologia e informatica? Come far sì che gli strumenti digitali siano un “mezzo” e non il “fine” della ricerca umanistica?
Il primo appuntamento (giovedì 10 dicembre 2020, ore 14:00) passerà in rassegna alcune potenzialità delle banche dati di testi letterari in relazione alle attribuzioni letterarie, evidenziando come l’interrogazione dei database permetta di condurre expertise stilistiche e altre ricerche avanzate tentare di chiarire alcuni dubbi autoriali o, più generalmente, per appurare il grado di adesione di un testo ad un determinato genere. I principi metodologici della filologia attributiva saranno accompagnati dalla presentazione puntuale di alcuni casi di studio, che saranno selezionati soprattutto fra quelli discussi in P. Stoppelli, L’equivoco del nome. Rime incerte fra Dante Alighieri e Dante da Maiano, Roma, Salerno Editrice, 2020. Nello specifico Pasquale Stoppelli illustrerà il ruolo delle banche dati nello stabilire la non paternità dantesca del Fiore e nell'avanzare alcune proposte attributive a favore di Dante da Maiano per alcune liriche dantesche annoverate fra le "dubbie".
Nel corso del secondo incontro (venerdì 11 dicembre 2020, ore 10:00) saranno presentate alcune grandi banche dati di testi letterari, come la Letteratura Italiana Zanichelli (LIZ) e, in ambito classico, il database di poesia latina Musisque Deoque (MQDQ). A partire dalla concezione della tecnologia come un mezzo euristico in grado di rilevare alcuni aspetti e fenomeni della testualità che l’occhio e la memoria non riuscirebbero a cogliere (occorrenze lessicali e metrico-verbali in primis), si identificherà il fine dell’informatica applicata ai testi letterari nella restituzione iuxta propria principia di informazioni che, per la loro complessità, vanno oltre le capacità di acquisizione individuali. Da ultimo, si sottolineerà il carattere provvisorio dei dati reperiti, che necessitano dell’interpretazione dello studioso e del loro inserimento in un quadro argomentativo che renda conto delle ragioni storiche e linguistiche. Nello specifico, Paolo Mastandrea si occuperà di illustrare alcuni casi di memoria fonica nella poesia latina e di sottolineare il ruolo delle macchine nel rilievo di occorrenze metrico-verbali che sfuggono all'occhio e all'orecchio umani; Pasquale Stoppelli presenterà alcuni casi di studio su Machiavelli, mostrando come le banche dati possono chiarire la scelta di alcune lezioni da porre a testo.
Relatori
- Pasquale Stoppelli, già professore ordinario di Filologia della letteratura italiana all’Università “La Sapienza” di Roma, si è occupato di filologia attributiva e di analisi digitale dei testi letterari. Al primo versante si ascrivono alcuni importanti contributi su Machiavelli e Dante (fra cui Machiavelli e la novella di Belfagor. Saggio di filologia attributiva, Roma, Salerno Editrice, 2007 e Dante e la paternità del “Fiore”, Roma, Salerno Editrice, 2011), mentre per il secondo filone si ricorda la banca dati LIZ (Letteratura Italiana Zanichelli) su CD curata assieme ad Eugenio Picchi (Bologna, Zanichelli, 2001).
- Paolo Mastandrea è professore ordinario all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove insegna Lingua e letteratura latina. Oltre ad occuparsi di lingua poetica latina dalle origini alle riprese otto-novecentesche in area italiana, ha studiato l’utilizzo delle applicazioni informatiche ai testi letterari curando vari repertori elettronici di opere letterarie (in latino e non solo), fra i quali si ricorda Musisque Deoque (PRIN 2005-2007), Poeti d’Italia in lingua latina (PRIN 1999-2001) e Memorata Poetis (PRIN 2010-2011).
Moderano l'incontro Marco Sartor (Università di Parma) e Irene Mamprin.
I temi del seminario sono parte del gruppo di lavoro Bembus, che si propone di indagare le potenzialità dell'analisi digitale per l'esegesi e la filologia dei testi letterari, specialmente nell'ambito della digital philology e della digital textual scholarship. Attualmente il team sta lavorando ad un'edizione digitale delle Rime di Giovanni Pico della Mirandola.
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