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Teatro Quirino de Giorgio 29 Piazza Enrico Zanella 35010 Vigonza Italy
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Liberamente ispirato a Biografia della Fame di Amelie Nothomb
Siamo a Venezia, nel pieno degli anni '80 e, come l'acqua dei canali, scorre il racconto, dove italiano e veneziano si passano la staffetta linguistica segnando l'identità dei personaggi che affollano la memoria della protagonista. Tutta l'Italia si affaccia alla tavola di questo racconto: un' insegnante pugliese, la migliore amica napoletana. Non potrebbe che essere così, dato che in Italia si parla solo di cibo. E' una storia di disturbi alimentari ma non parla di disturbi alimentari. Mangi e smetti di mangiare perchè vuoi sbranare la vita, perchè non accetti il compromesso, perchè brami l'assoluto. La leggerezza, l'ironia, le levità con cui ogni disgrazia è affrontata, sono la chiave di accesso a questo testo. Senza mai prendersi troppo sul serio, senza enfasi e alcuna retorica, con la semplicità e la schiettezza dei migliori racconti biografici. Il lieto fine, seppur sbilenco e imperfetto, sopraggiunge e ci conforta.
Fame mia parla di fragilità e riscatto. Dolce, dolcissimo, umile e fresco riscatto.
Una vicenda particolare che racconta una storia universale, guardata dagli occhi di una bambina che diventa donna. Un inno alla vita che ti riporta alla vita e ti fa sentire meno solo, meno spaventato, meno infelice.