DON’T BE FRIGHTENED OF TURNING THE PAGE di Alessandro Sciarroni
Data e ora
Riccione TTV Festival #TTV25 danza, live performance | drammaturgia: Alessandro Sciarroni, Su-Feh Lee | musica originale: Paolo Perisa
Informazioni sull'evento
Leone d’Oro alla carriera per la danza nel 2019, Alessandro Sciarroni è un artista attivo nell’ambito delle performing arts con alle spalle diversi anni di formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori vengono presentati in festival di danza e teatro contemporanei, musei, gallerie d’arte e spazi non convenzionali e prevedono il coinvolgimento di professionisti provenienti da diverse discipline.
In questo lavoro, partendo dall’osservazione dei fenomeni migratori di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, Sciarroni esplora il concetto di turning – ruotare, ma anche evolvere, cambiare – attraverso la sua specifica pratica di reiterazione di una singola azione nel tempo e nello spazio. Eccezionalmente presentato in spiaggia sul fare della sera, Don’t be frightened of turning the page (titolo preso in prestito dall’omonimo album dei Bright Eyes) mette in scena questo simbolico voltare pagina. Nel vuoto, Sciarroni inizia a roteare attorno al proprio baricentro, in un tempo sospeso, in perfetto equilibro. Un viaggio psicofisico emozionale che nel graduale aumento del ritmo cattura lo sguardo e l’attenzione dello spettatore come un rituale ipnotico.
Una produzione corpoceleste_C.C.00# e Marche Teatro; coproduzione Le Centquatre (Paris), CCN2 - Centre chorégraphique national de Grenoble, Les Halles de Schaerbeek.
a seguire
incontro
DAL TRAMONTO ALL’AURORA. ABITARE UN TEMPO E UNO SPAZIO NUOVO
Alessandro Sciarroni in dialogo con Lorenzo Conti (curatore artistico della sezione danza del TTV)
La relazione tra corpo e spazio urbano, argomento privilegiato della cultura contemporanea, è oggi più che mai uno dei campi di indagine della danza per investigare il valore e la funzione dell’arte nella ridefinizione del nostro habitat, del patrimonio architettonico e paesaggistico, delle modalità di fruizione di uno spazio e di un tempo collettivo.
Così, un luogo dopo l’altro, le creazioni artistiche di Alessandro Sciarroni hanno attraversato costellazioni di spazi in tutto il mondo, disegnando una nuova cartografia della scena e del pubblico. Teatri, piazze, strade, palestre, ex fabbriche, in ogni performance, vengono abitate e rigenerate da un gesto poetico e rivoluzionario il cui fine ultimo è nelle parole del coreografo quello di “stabilire un contatto empatico ed emotivo con lo spettatore, in un tentativo ossessivo di comunicargli il mio sentire”. Afferma Sciarroni: “Vorrei che lo spettatore non si trovasse davanti a domande frustranti tali da creare una distanza, ma che sentisse la connessione, che è quello che cerco: è come quando uno cammina, lo guardi camminare, non pensi a cosa ci sia dietro”.
Lo spazio che ci circonda non costituisce dunque solo un “habitat” in cui la nostra società si muove freneticamente, ma è anche la chiave per la creazione di un’esperienza di condivisione, di memorie e di identità, irripetibile. In questo tempo dilatato, di rinascita, quali nuovi spazi di creazione e relazione tra lo spettatore e il performer? Una scelta possibile è quella di rallentare i nostri ritmi per riconoscerci nel nostro paesaggio e dedicargli il posto che merita senza avere paura di voltare pagina.