Pannello azioni
Cervello ed emozioni: miti, realtà, controllo, valore
“Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato.” George Orwell, 1984
Quando e dove
Data e ora
gio 28 gen 2021 09:00 - 10:00 PST
Località
Online
Informazioni sull'evento
Pensiamo alle emozioni come a reazioni automatiche alle cose che ci accadono. Gli scienziati hanno sostenuto questa tesi per tanto tempo affermando che nel nostro corpo, nel nostro cervello le emozioni sono “cablate” sin dalla nascita.
La scienza delle emozioni sta vivendo una trasformazione simile a quella della scoperta della relatività e il cambiamento ha numerose implicazioni sul modo in cui interpretiamo la realtà.
Lisa Feldman Barrett – psicologa e neuroscienziata, ha elaborato una teoria delle emozioni che manda in soffitta l’idea che le emozioni abbiano sede in specifiche zone del cervello e che siano espressioni universali (e in quanto tali univocamente decifrabili).
Con il suo aiuto proveremo a rispondere a queste domande:
• Perché pensiamo che le emozioni siano automatiche?
• Il pensiero razionale può controllare le emozioni?
• Come nascono le emozioni?
• L’amigdala si attiva (solo) quando ci sentiamo minacciati?
Rinunciare al controllo per guadagnare valore
“Chi controlla il passato,” recitava lo slogan di partito, “controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato.” George Orwell in 1984
Ci sono mindset e abitudini che bloccano la capacità di un team di organizzarsi in modo autonomo quindi di crescere insieme e quindi di produrre valore. Il “controllo” è una di queste.
Prendete, per esempio, un team che vive e lavora nel 2021. Al minimo dovrà:
- diventare un team, quindi comunicare in modo efficace per diventare efficiente
- adattarsi (alla velocità della luce);
- imparare nuove tecniche, che forse saranno diventate obsolete fra un anno
Anche in questi casi, qualcuno che verifichi costantemente cosa e come lavora ognuno, può non essere proprio un acceleratore. Semmai un freno.
Di fatto, con meno controllo, il team lavora meglio, di più e con meno sforzo.
Per questo motivo, anche se “perdere il controllo” può spaventare molti – e nelle organizzazioni tanto di più – può essere una delle mosse più funzionali che un leader possa fare.
Svilupperemo insieme il tema, dal punto di vista delle emozioni che sono in gioco quando un team lavora sulla propria autonomia e come un leader attento può lasciare che ciò avvenga senza imporre un “controllo” sulle azioni.
Info sull'organizzatore
Se le dinamiche dei team, l’ascolto, il feedback, l’attenzione, lo stile relazionale, la negoziazione e la comunicazione empatica sono argomenti che vi interessano e vorreste sviluppare, abbiamo molte cose in comune. Il coaching individuale, di team o di gruppo - ma anche la formazione sono gli strumenti che utilizzo.
Mi ritengo un alleato della trasformazione, un agente al servizio della consapevolezza. Non credo nelle leggi scolpite nella roccia e concordo con Judy Willis quando afferma che: “L’apprendimento non nasce in aule silenziose bensì in quelle in cui regna la gioia e l’entusiasmo della scoperta”. Per questo ho sviluppato un format che unisce coaching e musica: Buttonwood Coaching Partners.
Sono Coach professionista e trainer negli ambiti Agile e Business a supporto di persone, team, organizzazioni per innovare e creare valore.
La mia esperienza professionale di 25 anni, infatti, si è svolta come imprenditore e consulente con focus su progetti di sviluppo software e una volta diventato Coach, di trasformazione Agile e digitale negli ambiti dei Media Digitali, Telecomunicazioni, quindi Assicurativo e Bancario.