Centrale Fies XL Hyperlocal: mostre e installazioni
Informazioni sull'evento
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Prenota la tua visita gratuita alle mostre e alle installazioni 2020 di Centrale Fies all'interno della magnifica architettura di una centrale idroelettrica dei primi del '900, nel cuore del Trentino.
Trasformata 20 anni fa in un centro di residenza artistica e produzione delle arti contemporanee, Centrale Fies apre al pubblico in occasione della programmazione estiva e presenta STORIA NOTTURNA, una mostra inedita e 19 LUGLIO 1985, un'installazione site specific che occupa l'intero spazio teatrale all'interno dell'edificio.
STORIA NOTTURNA a cura di Simone Frangi e Denis Isaia
Concepita come un nuovo episodio della serie di mostre di Centrale Fies, Storia Notturna è una collettiva a cura di Simone Frangi e Denis Isaia, che trae il suo titolo dall’opera storico-filosofica di Carlo Ginsburg dedicata all’analisi del sabbah e della stregoneria nei suoi significati mistici e politici. Storia Notturna mette a confronto artiste e artisti che nel proprio lavoro hanno valorizzato il rapporto alchemico con la materia, riattivato mitologie folkloristiche, rivalorizzato le competenze e saperi popolari promuovendo la reinterpretazione di figure considerate marginali, “selvatiche”, antisociali. Protagoniste e protagonisti dell’exhibit sono Mercedes Azpilicueta, Chiara Camoni, Darius Dolatyari-Dolatdoust, Francesco Fonassi Luca Frei, Raffaela Naldi Rossano, Anna Perach.
19 LUGLIO 1985 di OHT
Una narrazione minore ai margini da anni, che ha segnato per sempre la vita di una Valle: l'arte riporta alla luce con delicatezza e con una forza inimmaginabile la catastrove di Stava. Catastrofe è una parola legata alla tragedia greca, indica il rovesciamento della storia che scioglie la trama e porta alla catarsi. Se nella tragedia greca la tracotanza umana, che porta alla catastrofe, si declina nei confronti del divino, in 19 LUGLIO 1985 l’hýbris umana si compie nei confronti del paesaggio alpino. Qui la catastrofe è letterale; è il rovesciamento del fango biancastro depositato nei bacini di decantazione che ha spazzato via la val di Stava. Il vuoto, lasciato dalla colata di fango, materializza l’irrappresentabilità di questa tragedia. L’unica possibilità è il coro perché, fin dalla tragedia greca, è una dichiarazione di guerra al naturalismo in arte. All’interno di questa battaglia, 19 LUGLIO 1985 diventa una tragedia che si svolge nello spazio anziché nel tempo; un’installazione per Centrale Fies. La scena si scompone in infinite direzioni e cristallizza i suoi movimenti congelandoli nell’istante iniziale e quello finale. Il coro diventa uno spettro che canta Lux Aeterna, i cui canoni musicali si modulano in ritmi e tempi dissonanti diventando una massa sonora densissima e priva di una direzione precisa, esattamente come la colata di fango: densissima e priva di una direzione precisa.