Antonia Arslan e il romanzo Ottocentesco
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Antonia Arslan e il romanzo Ottocentesco

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Panoramica

Antonia Arslan , uno dei punti più alti della narrativa italiana. L’incontro è un dialogo sull'attualità del romanzo ottocentesco.

Antonia Arslan rappresenta uno dei punti più alti della narrativa italiana contemporanea, ma la sua opera affonda le radici nel respiro profondo del romanzo ottocentesco. Nella sua scrittura convivono l’attenzione morale di Manzoni, la tensione civile di Hugo e la forza corale di Tolstoj: una letteratura che interroga la Storia e la trasforma in esperienza viva.

Con La masseria delle allodole e i romanzi successivi, Arslan ha saputo unire la precisione documentaria alla dimensione epica del sentimento, ereditando dal romanzo dell’Ottocento l’ambizione di raccontare l’uomo nella sua interezza, tra destino individuale e collettivo. La sua voce, limpida e appassionata, restituisce dignità alla memoria e invita il lettore a un confronto con la verità e la compassione.

L’incontro all’800 Padova Festival è un dialogo sull’attualità del romanzo ottocentesco e sulla sua capacità di parlare ancora oggi di giustizia, dolore e speranza attraverso la potenza della narrazione.

Intervengono Francesca Visentin e Antonia Arslan.

Antonia Arslan, nata a Padova nel 1938 da una famiglia di origine armena, è tra le voci più autorevoli della narrativa italiana contemporanea. Laureata in archeologia, ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova, dove ha condotto studi pionieristici sulla narrativa popolare e sulla scrittura femminile tra Ottocento e Novecento. Tra i suoi saggi più noti figurano Dame, droga e galline (1977) e Dame, galline e regine (1999), entrambi dedicati al ruolo delle donne nella letteratura italiana.

Con il romanzo La masseria delle allodole (Rizzoli, 2004), ispirato alle vicende della propria famiglia durante il genocidio armeno, ha conquistato il grande pubblico e la critica internazionale. Tradotto in oltre venti lingue e adattato per il cinema dai fratelli Taviani, il libro ha aperto la strada a opere come La strada di Smirne (2009) e Il canto del pane(2012).

Arslan unisce rigore storico e profondità umana, intrecciando memoria e letteratura in una scrittura limpida e appassionata. La sua opera restituisce dignità alla storia armena e, insieme, rinnova l’eredità morale del romanzo ottocentesco, in cui la narrazione diventa coscienza civile.

Categoria: Community, Other

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15 Via VIII Febbraio

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dic 7, · 11:30 GMT+1