ANGELA RUI in dialogo con MARCO RAINÒ
Considerandoci parte della rete della vita in cui agenti umani e non umani, geologici, biologici e tecnologici sono interconnessi, può esistere una cultura del progetto che avanzi l’idea di interdipendenza radicale come nuovo campo d’azione?
Può la pratica del design avanzare proposte concrete per diventare uno strumento di transizione sociale, ecologica e politica, rendendo funzionanti visioni volte a progettare relazioni più gentili?
Attraverso il racconto della mostra ITALY: A New Collective Landscape (ADI Design Museum, Milano 2023) da cui emerge l’immagine complessiva e plurale di un modello di società allargato dove la nozione di bene comune si fonda su una miriade di nuove negoziazioni, Angela Rui presenterà modi virtuosi di pensare, di essere e di produrre che si concentrano sul restituire più di quanto si prenda. Perché questo cambio ontologico e radicale sia possibile, è necessario l’esercizio del coraggio su scale molteplici – dalla progettazione alla curatela, da agency istituzionale al pensiero relazionale: possiamo agire collettivamente perché questa posizione diventi politica e tentacolare.
Ex designer, giornalista e PhD in Exhibition Design, oggi Rui contribuisce - attraverso il mentoring, la curatela e la scrittura - a rivedere il ruolo del design come pratica critica a supporto del rinnovamento eco-sociale. Ha curato ITALY: A New Collective Landscape per ADI Design Museum (Milano, 2023), la mostra AQUARIA. Or the Illusion of a Boxed Sea al maat (Lisbona, 2021); ha co-curato I See That I See What You Not See, la partecipazione Olandese per Broken Nature – XXII Triennale di Milano (2019) e Faraway So Close – la 25a Biennale di Design di Lubiana (2017). Insegna al master GEO-Design della Design Academy Eindhoven (NL), e Critica del Contemporaneo all'Università di Design di San Marino.