40 anni IN CAMMINO
Le vendite finiranno presto

40 anni IN CAMMINO

Da ASSOCIAZIONE CULTURALE LE SFOGLIATELLE

Panoramica

PRESENTAZIONE DEL LIBRO UNA VISIONE DI QUARANT'ANNI DI SERGIO MARELLI. Accompagnamento musicale con Gli Speziali

Quarant'anni e non sentirli.

La Cooperativa In Cammino presenta il libro dei soci e racconta la loro storia.

In collaborazione con l'associazione culturale Le Sfogliatelle.


Sinossi

Ancora una volta, in qualche modo, c’entra l’Africa.

Africa continente “nero”. Africa culla di civiltà; origine e futuro dell’umanità; madre fertile

procreatrice di figli, speranza per l’incerto domani dell’egoistica denatalità occidentale.

Africa che si può incontrare in carne ed ossa ad ogni crocicchio senza intraprendere inquinanti voli transcontinentali; nelle piazze morte delle nostre città; sotto i portici delle vetrine luminescenti dell’opulenza diurna e puzzolenti della vergogna dei ripari di fortuna notturni.

Africa nera, come la pelle dei suoi figli; come il lavoro nei cantieri edili e nelle raccolte nei campi; come la schiena ricurva al peso delle cassette all’ortofrutticolo; come le file che si allungano alle mense della carità.

Africa che sfida il mare assassino, i muri, i blocchi navali, le segregazioni abitative, i pregiudizi e gli stendardi di certa cultura ostile che nulla hanno potuto cent’anni fa contro il sogno “dell’America” degli italiani e nulla potranno contro quello delle americhe dei nostri tempi.

Africa terra meravigliosa, esotica, avventurosa; caleidoscopio di colori e culture; museo vivente di bellezze inebrianti, di racconti affascinanti, di tempi umanizzanti; di relazioni e persone vere e incorrotte; di incontro di ciascuno con il proprio dio.

Niente a che vedere con quel “mal d’africa” che, come saggiamente sanno i missionari di lungo corso, colpisce solamente i frequentatori di avventurosi safari o di lussuosi resort a cinque stelle ovunque disseminati a devastare coste e culture di quei luoghi.

Piuttosto, una scelta di vita, uno stile nel vivere, un tatuaggio indelebile impresso da una quotidianità vissuta nella sua terra, o altrove e in altri modi proseguita. Poco importa se “qui o là”, “se c’è tanto da fare qui, prima e senza andare laggiù”. Tanto meno se “prima vengono gli italiani”. Qui, là, italiani o stranieri c’è tanto da fare e basta. Ognuno è chiamato a fare il suo pezzetto. Africa è lo stare dalla parte degli ultimi, dei poveri o, come meglio si dovrebbe dire, degli impoveriti; dalla parte dei “ladri e delle puttane” per dirla con Lucio Dalla per i quali, presuntuosamente, si vorrebbe portare il nome di Gesù bambino; di chi si è trovato, senza sapere del tutto come, nei labirinti a volte distorti della mente umana e, soprattutto, senza sapere più come uscirne; di quanti, per colpa o destino, sono entrati nelle altrettanto distorte patrie galere provando sulla pelle quanto falsa sia la loro vocazione rieducativa e ben più concreta la loro attitudine criminogena; di chi con lo spinello si è fumato pure il cervello e la voglia di un minimo progetto per il domani.

La colpa di tutto, se così si può dire, è di Ruggero. Lui mi ha coinvolto nella progettazione e poi nella costruzione di un allevamento di polli che l’amico comune padre Silvio, per anni missionario in Zaire, voleva per i suoi africani ospitati nel piccolo agglomerato Vicomero di Torrile, nel

parmense. In quel viaggio in camion condiviso alla volta di Parma, Ruggero mi ha informato della ricerca di un nuovo “responsabile del verde” che la Cooperativa In Cammino stava conducendo.

Con lui ci conoscevamo fin da giovane età.

Non così con Marina. Anche se, già al primo colloquio di lavoro, è stato facile comprendere che si trattasse solo di una questione per così dire “logistica”. All’epoca, mezzo secolo fa, ci si sedeva su “muretti” differenti. Lei e alcuni amici della Cooperativa in Piazza Garibaldi; altri all’Oratorio di San Michele; io su quelli della comunità del Pellegrino alle Quattro Strade. I mattoni di quei muretti, però, erano della stessa argilla e la malta della medesima consistenza. Ciò è bastato.

Questa è l’Africa che in qualche modo è c’entrata otto anni fa quando ho incrociato i miei progetti con quelli degli amici di In Cammino. Ed è stato immediatamente come aver ritrovato a Cantù quell’Africa che ci accomuna e per la quale tutto vale la pena.


Categoria: Community, City & Town

Buono a sapersi

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Località

Basilica di San Vincenzo in Galliano

8 Via San Vincenzo

22063 Cantù Italy

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dic 14, · 18:00 GMT+1